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AFRICA TUNES RE-EDIT

Ajarb, Nu Barreto, Armand Boua, Seni Awa Camara, Brice Esso, Laetitia Ky, Esther Mahlangu, James Mishio, Michel Okpare, Tafadzwa Tega, Saint-Etienne Yeanzi. Sono questi gli artisti, provenienti da diversi paesi africani, protagonisti della mostra “Africa Tunes: Re-Edit 1” . La mostra, nata da un progetto di Annalisa Bugliani Arte, promossa da Lis10 Gallery e dalla stessa The Project Space, è un’evoluzione della precedente mostra ospitata nel complesso di Sant’Agostino dal gennaio al marzo 2024. Una esposizione che rappresentava una prima estesa indagine della produzione espressiva contemporanea del continente africano, realizzata in occasione del 30 esimo anniversario delle prime elezioni a suffragio universale – dopo l’abolizione dell’apartheid – del Sudafrica e del tragico eccidio del Ruanda. Una prima mappatura geo culturale che doveva servire come trampolino di lancio per successive indagini e perlustrazioni e soprattutto approfondimenti del ricco e variegato universo creativo africano. Se la prima mostra aveva fornito un diagramma che illustrava il definitivo superamento da parte degli artisti del continente delle istanze di rivendicazione anticoloniale e delle affermazioni identitarie radicali (in stile Scuola di Dakar) tipiche degli anni 60’ che accompagnavano l’indipendenza dei vari paesi e metteva in luce le varie strategie messe in campo dagli artisti per aderire a un linguaggio e a un dibattito artistico internazionale affrancato da connotazioni etniche, in questa ri-edizione, viene focalizzata l’attenzione su un nucleo di artisti che hanno creato strategie originali per conquistare un nuovo ruolo nell’arte contemporanea. Questa riedizione ospitata a Pietrasanta, intende allinearsi agli esiti del recente G7 dei Ministri della Cultura (19-21 settembre 2024) che hanno stilato la cosiddetta “Dichiarazione di Napoli”, uniti dalla convinzione che ”La cultura è un bene e una responsabilità comune dell’umanità intera” e hanno individuato l’arte e il patrimonio culturale africano come l’elemento prioritario per lo sviluppo futuro e coerentemente con principi approfonditi e diffusi anche dall’International Forum UNESCO tenutosi dal 30 settembre al 2 ottobre scorso ad Addis Abeba (Transforming Knowledge for Africa’s Future). La nuova mostra si pone quindi lo scopo di mettere in luce le originali strategie espressive di un gruppo di artisti, appartenenti a tre diverse generazioni e l’evoluzione di un linguaggio espressivo che ha conquistato la sua maturità ed è pronto ad affrontare le sfide future. Un nucleo di artisti che vantano già un curriculum espositivo internazionale, che utilizzano il medium pittorico, quello scultoreo e quello fotografico in maniera libera e spesso transmediale, optando per linguaggi ibridi e l’utilizzo dei vari strumenti disciplinari senza soluzione di continuità, scegliendo di volta in volta in linea con i risultati espressivi da raggiungere. Artisti che non rinnegano le loro radici culturali - ha scritto nel testo introduttivo del curatore -, ma come i colleghi degli altri continenti intendono “sintonizzarsi” (tuning) sullo zeitgeist comune a tutto il globo, esprimendosi con un linguaggio espressivo aderente all’iconografia contemporanea e alle tematiche urgenti che essa traduce. Come dimostrano le opere esposte a Pietrasanta e testimoniano ampiamente le numerose mostre e le manifestazioni artistiche internazionali tra cui la 60/a Biennale di Venezia, l’arte, ma anche il cinema, il fashion design, l’architettura (vedere la Biennale di Architettura di Venezia A 2023 diretta dalla ghanese naturalizzata scozzese Lesley Lokko), la cultura africana si è definitivamente allineata all’elaborazione espressiva internazionale –, innervando e alimentando la creatività su scala mondiale».

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