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Animula Vagula Blandula

Alessandro Romanini

e Massimo Scaringella

In occasione della ottava edizione della Collector’s Night a Pietrasanta sabato 24 giugno, presso The Project Space (Ex Marmi - Pietrasanta, via Nazario Sauro 52), alle ore 18, la mostra “Animula Vagula Blandula” prodotta da The Project Space, Lis10 Gallery, Tg Residency e curata da Alessandro Romanini e Massimo Scaringella. Presenti le opere degli artisti Brice Esso, Armand Boua e Aron Demetz. La mostra si estende dagli spazi di The Project Space, fino alla corte di via Garibaldi 44 nel centro storico e nella piazzetta San Martino adiacente alla piazza del Duomo, dove saranno esposte alcune delle sculture. Il titolo“Animula Vagula Blandula” (Piccola Anima Delicata), è una citazione delle ultime parole in forma di epigramma attribuite all’imperatore Adriano morente citate nel famoso testo di Marguerite Yourcenar “Memorie di Adriano”. Parole riferite alle persone psicologicamente fragili e incerte che, in archeologia, alla rappresentazione dell'anima del defunto.

The Project Space, Lis10 e Tg Residency presentano tre artisti, che al netto delle loro peculiarità disciplinari, tecniche e stilistiche, sono accomunati da una ricerca che incrocia un riflessione metalinguistica sul ruolo dell’arte e dell’artista oggi, con un’attenta meditazione legata alla congiuntura socio-politica odierna e un’analisi approfondita dei fenomeni che incrociano la storia con la cronaca.

Brice Esso (Dabou, Côte d’Ivoire, 1991) è una figura singolare di artista multidisciplinare che in breve tempo si è imposto all’attenzione internazionale, in grado di sviluppare la sua ricerca a cavallo fra pittura, scultura, fotografia e fashion design. Una ricerca fra la scultura tradizionale africana in legno, avorio e metallo e quella della tradizione occidentale “classica”, in marmo e bronzo di cui ha studiato storia e pratica nel corso degli ultimi anni nei territori simbolo di questa cultura, fra Carrara e Pietrasanta. In mostra presenta il nuovo ciclo di opere – tra cui le famose “tête de bébés” - realizzate sia in bronzo che con vari tipi di marmo, pietre e minerali preziosi, rappresentazioni di un’idea o addirittura “autoritratti psicologici” di un popolo migrante in cerca della sua identità a cavallo fra radici millenarie e istanze contemporanee.

Armand Boua (Abidjan, Côte d’Ivoire, 1978), pittore, reduce – come Aron Demetz – dalla partecipazione nel 2022 alla 59° Biennale di Venezia e alla Biennale di Dakar, come uno dei protagonisti del Padiglione Nazionale della Costa d’Avorio, sviluppa uno stile pittorico, che, utilizzando materiali rimediati e riciclati pescati dalla strada, è vocato a dare identità e dignità simbolica, a quella massa anonima, vagante e dolente (in particolare il ciclo de “Les Enfants de la Rue”...i bambini di strada) che popolano la periferia di Abidjan; luogo che diviene simbolo di tutte le periferie e delle identità umane che vivono ai margini.

Aron Demetz (Val Gardena, 1972), scultore, è reduce nel corso degli ultimi anni da un ciclo di mostre e manifestazioni internazionali di grande livello presenta a Pietrasanta un ciclo di opere che rappresentano la sua inesausta ricerca trentennale attorno alla figura umana; erose, martoriate, combuste e spesso scavate fino al limite estremo della sostenibilità strutturale della materia, le figure di Demetz sono simboliche di un’incessante lavoro del tiranno Cronos sull’individuo e sull’esistente e testimoni compassionevoli dell’inutile affaccendarsi dell’essere umano nell’illusoria ricerca di identità attraverso manifestazioni della potenza dell’ego.


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